giovedì 24 novembre 2016

Musica e scintille cerebrali

Prendere lezioni di musica aumenta le connessioni cerebrali nei bambini e può essere utile nel trattamento di autismo e deficit di attenzione. A migliorare la comprensione di quali cambiamenti esattamente avvengono nel cervello di chi suona uno strumento in tenera età è uno studio che sarà presentato a breve al meeting annuale della Società di Radiologia del Nord America, a Chicago.


    I ricercatori hanno sottoposto a lezioni di xilofono 23 bambini sani di età compresa tra 5 e 6 anni, sottoponendoli a una valutazione pre e post formazione musicale attraverso l'Imaging con tensore di diffusione (DTI). Questa tecnica di risonanza magnetica avanzata mostra il movimento delle molecole d'acqua extracellulari lungo gli assoni, ovvero i milioni di fibre nervose che compongono la materia bianca cerebrale e che si comportano come i cavi di comunicazione che collegano varie regioni del cervello. Dopo nove mesi di istruzione musicale, i risultati hanno mostrato un aumento della lunghezza della fibra degli assoni in diverse aree del cervello dei bambini.

"La musica può ottimizzare la creazione di reti neurali e stimolare le vie cerebrali esistenti" perché, per poter svolgere l'attività richiesta, "è necessario creare più connessioni tra i due emisferi del cervello", chiarisce Pilar Dies-Suarez, capo radiologo presso l'Ospedale Infantil Federico Gómez a Città del Messico. Precedenti studi hanno collegato autismo e deficit di attenzione da iperattività (Adhd) a diminuzioni di volume e collegamenti nella fibra della corteccia frontale del cervello. Per questo i ricercatori ritengono che i risultati potrebbero aiutare nella creazione di strategie mirate di trattamento.


http://www.ansa.it/canale_saluteebenessere/notizie/salute_bambini/la_crescita/2016/11/22/suonare-strumento-rinforza-connessioni-cerebrali-nei-bimbi_8225e2ce-9072-4e3d-9c5e-00fb90b45884.html

mercoledì 23 novembre 2016

Emotion for Change, Monforte d'Alba, 21.11.16


Foto di Stefano Soffiato

Foto di Stefano Soffiato


http://www.targatocn.it/2016/11/18/mobile/leggi-notizia/argomenti/eventi/articolo/a-monforte-dalba-il-concerto-per-la-terra-emotion-for-change.html

lunedì 18 luglio 2016

Emozioni per un cambiamento, Venezia, palazzo Albrizzi

Venezia, 9 luglio 2016

http://evenice.it/musica-lirica-classica/emozioni-cambiamento





Foto di Margherita Gnaccolini

L'esecuzione di Sara Michieletto guarda alla musica, capace di generare sentimenti universali,  per far nascere una risposta emotiva ed effettiva al cambiamento climatico.
Cominciamo a fare ciò che é necessario, poi ciò che è possibile; ad un tratto ci troveremo a fare ciò che sembrava impossibile."

Il progetto Emotion for Change è nato dalla collaborazione di diversi artisti sensibili al tema cruciale del cambiamento climatico.

Sara Michieletto: Violino
Giorgio Schiavon: Sax
Susi Danesin: Attrice
con la partecipazione di Gianluca Feboal violino
e di Georg Umgiesser, ricercatore ISMAR.CNR


PROGRAMMA

- S. Michieletto: Nuvola piuma
- E. Ysaÿe: L'Aurore (dalla Sonata n.5 per violino solo)
- G. Schiavon/S. Michieletto: Danza degli scorpioni
- Arvo Pärt: Fratres
- G. Schiavon: Solo una tela bianca
- Georg Umgiesser: Scenari scientifico poetici sul futuro di Venezia
- N. Sanvido: Bordone 3
- A. Vivaldi/B. Strozzi (rev. G. Febo/S. Michieletto): "Che si può fare?"
- S. Michieletto: Pulsar Music
- J. Massenet: Thais
- B. Strozzi (rev. by S. Michieletto):Amor Dormiglione
- G. Schiavon: Formiche    
- S. Michieletto: Venezia


Il progetto si compone di tre linee:

1- la produzione di un Blue Ray (audio e video), con gli auspici delle Nazioni Unite. Tale cofanetto conterrà molti dei brani che potrà ascoltare durante il concerto del 9 luglio.
I brani saranno registrati
sul ghiacciaio Grande Altesch (in Svizzera), simbolo del riscaldamento globale;
nel Borneo, con gli orang utan che rischiano l'estinzione a causa della distruzione delle foreste vergini per lasciare spazio alla produzione di olio di palma;
e a Venezia, la città dalla quale provengo, anch'essa simbolo della fragilità di quanto sembra perenne ed è invece minacciato dall'innalzamento del livello del mare.
Molto probabilmente avremo il patrocinio delle Nazioni Unite.
2- Spettacoli musicali, come quello del 9 luglio.
Il concerto Emotion for Change, pur mantenendo un percorso emozionale simile, muta in base al luogo che lo ospita.
A Jakarta hanno collaborato musicisti giavanesi, Balinesi e sundanesi, e si è alluso al dramma delle foreste vergini incendiate.
A Sarajevo abbiamo accennato alla razionalizzazione dell'acqua e alla "desertificazione" dell'Herzegovina.
A Venezia mostreremo lo scenario della probabile futura trasformazione della laguna in un lago di acqua dolce (di questo parlerà brevemente e poeticamente lo studioso dell'Ismar - Cnr, Georg Umgiesser).
3- la presentazione della stessa performance Emotion for Change alle scuole (dalla terza elementare alla terza media), con la partecipazione di  Susi Danesin, attrice/mimo che cercherà, attraverso la comicità, di suggerire alcune semplici azioni quotidiane per poter mitigare gli effetti del cambiamento climatico.


martedì 10 maggio 2016

I benefici del canto

Il canto? Migliora le difese immunitarie e le capacità cognitive


Studi internazionali hanno dimostrato i benefici di questa attività esclusiva degli esseri umani. I movimenti della saliva abbassano i livelli di cortisolo, migliora la mimica facciale e la comunicazione nei parkinsoniani. Gli afasici che non parlano riescono però a cantare


33K
2
28/04/2016

A lungo considerato uno degli aspetti più misteriosi della vita umana, in particolare per la sua capacità di coinvolgerci emotivamente, il canto corale promuove anche il benessere fisico. Sono sempre più numerosi, infatti, gli studi ci permettono di andare oltre l’evidenza anedottica dei benefici dell’azione canora riportati da tutti i coristi. 

 

Potenzia le difese immunitarie e solleva l’umore  

Cantare anche solo per un’ora ha degli effetti visibili sul nostro sistema immunitario, come ha mostrato uno studio dei ricercatori del britannico Tenovus Cancer Care e del Royal College of Music. L’analisi dei campioni di saliva di 193 coristi dopo un’esecuzione canora ha rilevato una diminuzione dei livelli di cortisolo e grandi quantità di citochine infiammatorie. I bassi livelli di infiammazione nell’organismo potrebbero spiegare anche il miglioramento dell’umore determinato dalla pratica del canto e riferito dai coristi. 

 

Tutti i soggetti coinvolti nello studio, pubblicato sulla rivista ECancer, erano tuttavia già amanti della musica e impegnati in attività corali. Ciononostante, scrivono gli autori, «questo studio fornisce delle evidenze preliminari che il canto migliora lo stato d’animo e modula i componenti del sistema immunitario». In particolare, in presenza di patologie oncologiche. Infatti, i coristi studiati erano malati oncologici o loro parenti e amici impegnati in attività di assistenza, i cosiddetti caregivers. Secondo i ricercatori, i risultati sono quindi alquanto promettenti e suggeriscono che cantare possa rivelarsi utile per tali pazienti, potenziando il sistema immunitario, riducendo notevolmente lo stress e migliorando l’umore. 

 

Cantare come lo yoga  

Richiedendo una respirazione regolare e controllata, il c anto regola l’attività del cosiddetto nervo vago, che è coinvolto nella nostra vita emotiva e che ad esempio influisce sul nostro timbro vocale. Canzoni con lunghe frasi melodiche ottengono lo stesso effetto degli esercizi di respirazione in yoga, secondo gli autori di uno studio dell’Università di Gotenborg in Svezia, che mostra anche la sincronizzazione del battito cardiaco dei coristi nel corso dell’esecuzione dei brani. 

 

Espressioni facciali e comprensione delle emozioni  

Il canto aiuta i pazienti con sindrome di Parkinson affetti dalla sindrome della maschera, anche nota come «Poker Face». Il progressivo irrigidimento dei muscoli facciali rende questi soggetti amimici. L’incapacità di mostrare l’infinita gamma di emozioni tramite il volto, si pensi al corrugamento della fronte, il rimpicciolimento degli occhi dovuto al sorriso e la loro distensione dovuta alla sorpresa, li fa sembrare erroneamente freddi e distaccati.  

 

Un volto statico, incapace anche di rispecchiare le emozioni altrui come naturalmente accade, non fa quindi cheostacolare la comunicazione interpersonale e contribuire a disconnettere questi pazienti dal mondo. I ricercatori dello Science of Music, Auditory Research and Technology Smart Lab della Ryerson University a Toronto, in collaborazione con la Royal Conservatory of Music, hanno scoperto che, cantando insieme in un coro, questi pazienti riacquistano la mimica facciale e l’effetto dura fino ai due mesi. 

 

Un’arma contro l’isolamento  

Secondo uno studio dell’Università del West of England a Bristol, condotto su pazienti afasici in seguito ad ictus o per la malattia di Parkinson, cantare in un coro può migliorare l’umore e anche la condizione di isolamento sociale determinato dalle difficoltà comunicative. Infatti, spiegano gli scienziati, «le persone con afasia anche quando non riescono più a parlare bene, spesso possono spesso ancora cantare. Le aree che controllano il linguaggio nel cervello sono diverse da quelle che controllano il canto. È davvero miracoloso guardare qualcuno, che non è stato in grado di parlare per mesi o per anni, iniziare a cantare». 

 

Imparare a sentire, cantando  

Nell’invecchiare, i musicisti vanno incontro a minor degradazione neurale del segnale sonoro e mantengono una maggior capacità di individuare negli ambienti rumorosi le varie voci e le variazioni dell’altezza del suono. Mal’educazione musicale e il canto corale sono vantaggiosi anche per i soggetti con perdita dell’udito. Infatti, i risultati preliminari dei ricercatori canadesi mostrano, dopo solo 10 mesi di canto, significativi miglioramentinella capacità di sentire una conversazione in ambiente rumoroso, la discriminazione delle altezze dei suoni e la risposta neurale ad essi, così come miglioramenti nell’attenzione. Interventi anche di breve periodo quindi potrebbero rivelarsi utili in caso di perdita dell’udito. 

 

Benefici per la memoria  

Cantando regolarmente è possibile rallentare il processo di decadimento cognitivo cui vanno incontro i pazienti con demenza. Un gruppo di ricercatori del Cognitive Brain Research Unit dell’Institute of Behavioural Sciences e del Finnish Centre of Interdisciplinary Music Research dell’Università di Helsinki ha sottoposto 89 pazienti e i loro caregivers a sessioni di canto e di ascolto musicale per un periodo di 10 settimane. La pratica del canto corale ha migliorato la memoria di lavoro, le funzioni esecutive e l’orientamento soprattutto nelle persone con demenza lieve e con un’età inferiore agli 80 anni, mentre l’ascolto della musica è stato associato a benefici cognitivi nei pazienti in stadi più avanzati della malattia. Infine, tanto il canto quanto l’ascolto della musica hanno determinato un miglioramento dell’umore. 

 

In un’altra lingua è meglio  

E se l’attività corale viene consigliata ai pazienti con demenza, per gli effetti sulla memoria, nuovi studi dimostrano come il canto faciliti nei bambini l’apprendimenti mnemonico di nuovi testi. E ciò è vero anche nel caso di una lingua straniera. Lo mostra uno studio condotto dagli psicologhi della University of Western Ontario in Canada che hanno chiesto ad un gruppo di piccoli equadoregni, parlanti spagnolo, di imparare un brano in inglese presentato sotto forma di poema orale oppure come testo di una canzone. Dopo due settimane di studio, coloro che l’avevano appreso cantando, ricordavamo più parole, pronunciavano meglio l’inglese e lo traducevano più correttamente di coloro che l’avevamo appreso sotto forma di poema orale. E questa miglior prestazione permaneva fino a sei mesi di distanza. 

sabato 16 aprile 2016

Con Juri Temirkanov

Esecuzione della quarta sinfonia di Bruckner, 15 aprile 2016.


Cambiamo energia!


Per dare una direzione più sostenibile.

La vittoria del SÌ al referendum di domenica non modificherà il riscaldamento globale ma sarebbe una dimostrazione chiara che molte persone vogliono cambiare energia, smettendola di estrarre combustibili fossili.

Emozioni per un cambiamento, Piazza Ferretto, Mestre (Venezia), 15 aprile 2016.


«Difendiamo il mare, cambiamo energia». Così come annunciato all'inizio della campagna referendaria per il “si”, oggi, alle 16, in piazza Ferretto è in programma l'iniziativa “Facciamo festa alle trivelle”, evento al quale parteciperanno i promotori del comitato regionale per invitare i cittadini a partecipare al referendum di domenica contro le trivellazioni in mare a votare “sì”, per abrogare la norma che permette alle attuali concessioni di estrazione e di ricerca di petrolio e gas entro le 12 miglia dalla costa, di non avere più scadenze. 

Alle 16.15 Pamela Catucci alla tromba e Mauro Stella alla chitarra suoneranno “Imagine” e “Wi shall overcome”, alle 16.30 Sara Michieletto al violino e Giorgio Schiavon al saxofono si esibiranno in “Emozioni per un cambiamento” suggestioni per agire contro il cambiamento climatico. (...)

http://m.nuovavenezia.gelocal.it/venezia/cronaca/2016/04/15/news/in-piazza-ferretto-facciamo-festa-alle-trivelle-1.13307319