mercoledì 9 dicembre 2015

Laboratori di Musica e empatia a Jakarta

Dal 1 al 4 dicembre sono stati realizzati dei laboratori con ex bambini di strada a Jakarta, utilizzando la musica come veicolo per far comprendere cosa significa la parola "empatia".











Emozioni per un cambiamento

Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale



Jakarta Clima, Sara Michieletto in concerto


Occhi puntati sul clima: mentre a Parigi e' in corso la conferenza Onu, a Giacarta domani sera la musicista italiana Sara Michieletto si esibira' nel concerto "Emotion for a change". Accompagnata dal pianista olandese, Rene' van Helsdingen, l'artista, primo violino de la Fenice di Venezia, proporra' un programma musicale dedicato ai cambiamenti climatici e rappresenta un tentativo di portare consapevolezza sul tema. In scaletta, brani ispirati agli autori Eugene Ysaye, Nildo Sanvido, Francesco de Guarnieri e Barbara Strozzi. L'obiettivo e' evocare suggestioni ed emozioni per responsabilizzare i potenti della terra nel promuovere azioni dirette alla salvaguardia del pianeta. L'iniziativa e' stata promossa dall'ambasciata d'Italia a Giacarta e dall'Istituto italiano di cultura, con il supporto delle Nazioni Unite. Michieletto, durante la visita a Giacarta, terra' una serie di laboratori di musica ed emozioni ai bambini di strada indonesiani, in collaborazione con l'Ong Kampus Diakona Modern, Pondo Gede.  

http://www.esteri.it/mae/it/sala_stampa/archivionotizie/approfondimenti/jakarta-clima-sara-michieletto.html

martedì 24 novembre 2015

martedì 3 novembre 2015

Laboratori di musica ed emozioni, Jakarta 1-4 dicembre 2015


Laboratori di musica ed emozioni, Jakarta 1-4 dicembre 2015

Dal giorno 1 dicembre al giorno 4 dicembre, con il patrocinio dell'Istituto Italiano di Cultura, si svolgeranno i laboratori di consapevolezza emotiva con la musica per un gruppo di bambini di strada, presso la ong Kdm, situata in Pondok Gede, Bekasi, a Jakarta (www.kdm.or.it), Indonesia.

L'obiettivo dei laboratori sará quello di sviluppare relazioni empatiche tra i bimbi, utilizzando la musica come medium per suscitare emozioni condivise.

Sara Michieletto da più di 10 anni realizza laboratori e corsi di consapevolezza emotiva con la musica dedicati a chi desidera essere più in contatto col proprio sentire interiore.
A questo proposito ha collaborato con Unesco, Undp, Unv e Ambasciate in diversi Paesi del mondo, e la televisione delle Nazioni Unite (UNTV) le ha dedicato un documentario per raccontare un anno di laboratori in un orfanotrofio di Jakarta, in Indonesia.


domenica 25 ottobre 2015

Mozart, Flauto Magico e commovente ottimismo

Il flauto Magico di Mozart
Teatro la Fenice, Ottobre 2015

"Nel flauto magico abbiamo l'immagine di una felicità perduta che deve risorgere, il desiderio di ristabilire il contatto con qualcosa che c'era stato ed è andato perduto.

Le traversie di Pamina e Tamino per raggiungere il loro sogno amoroso sono 
l'immagine del commovente ottimismo di Mozart pur nel fondo della miseria.

Sono la sua irragionevole e sublime parola di fiducia nella bontà dell'uomo è nella positività della vita."

Massimo Mila


lunedì 24 agosto 2015

Ripartono i laboratori di Musica delle emozioni a SOS Village, Sarajevo

Oggi si é tenuto il primo laboratorio di consapevolezza emotiva con la musica al centro di SOS Village, a Sarajevo.

In questa foto, alcuni bambini stanno preparando una piccola recita.


venerdì 21 agosto 2015

Ma che cosa è una emozione?

Da Internazionale:
Dal film Inside out. 
  • 18 AGO 2015 10.32

La natura segreta delle emozioni

Oliver Burkeman

Quando è uscito l’ultimo film della Pixar, Inside outuna marea di psicologiha cominciato a discutere sul modo in cui dipinge le emozioni – incarnate da cinque personaggi: Rabbia, Paura, Tristezza, Gioia e Disgusto – nella mente di una bambina di undici anni. Ho trovato strano questo dibattito. Senza dubbio c’è molto da riflettere sul messaggio del film, cioè che anche le emozioni negative hanno un loro valore e che quando dobbiamo prendere una decisione le emozioni possono aiutarci piuttosto che ostacolarci. Ma nessuno degli esperti ha menzionato il segreto che è al cuore degli studi sulle emozioni. 

Nelle interviste non ne parlano mai, ma se vi mettete a chiacchierare con uno psicologo a tarda notte in un bar di periferia dopo parecchi whisky, forse potrete finalmente scoprire la verità: nessuno ha la minima idea di che cosa sia un’emozione. 

Se avete qualche dubbio, pensate all’ultima volta che vi siete sentiti tristi, spaventati, arrabbiati o ansiosi, e chiedetevi: che cosa ho provato? Chiaramente un’emozione dev’essere qualcosa di più di un semplice pensiero: siamo tutti in grado di pensare a qualcosa di spaventoso senza provare paura. E dev’essere qualcosa di più di una sensazione fisica: quando sono ansioso mi si stringe lo stomaco, ma lo stomaco mi si stringe anche quando ho mangiato del pesce andato a male, e quella non è ansia. 

Ma se togliamo i pensieri e le sensazioni, come osservava William James nel 1884, sembra che non rimanga nulla. Riuscite a immaginare la rabbia, per esempio, “senza pensare al sangue che affluisce al viso, alla dilatazione delle narici, ai denti che si stringono, all’impulso ad agire in modo violento, e immaginando invece muscoli rilassati, respiro tranquillo e un’espressione placida?”, si chiede James nel suo saggio Che cos’è un’emozione?. “Io sicuramente no”, ammette. In qualche modo l’emozione in sé, distinta dai pensieri e dalle sensazioni, è inafferrabile. E nonostante gli enormi passi avanti fatti dalla psicologia e dalle neuroscienze, nessuno è mai riuscito a stabilire che cosa sia. 

Nel corso di un classico esperimento per dimostrare l’inafferrabilità delle emozioni, è stato somministrato ai soggetti un farmaco che aumentava il battito cardiaco, ma solo alcuni di loro sono stati avvertiti. Dopo di che sono stati messi in compagnia di un attore istruito per dire battute irritanti. Quelli che erano a conoscenza del suo effetto hanno attribuito la colpa dell’aumento del loro ritmo cardiaco al farmaco, ma molti degli altri hanno detto di aver provato rabbia. Più di recente, gli studiosi si sono chiesti se le emozioni sono innate, cioè se nel cervello umano esiste un’unica categoria di fenomeni che comprende la gioia, la paura, la tristezza e così via, ma ancora non lo hanno stabilito. 

È un po’ frustrante: spendiamo miliardi in sedute psicanalitiche, libri e farmaci per controllare le nostre emozioni, eppure non abbiamo un’idea precisa di cosa siano. Ma forse, adottando il punto di vista della psicologia buddista, potremmo dire che questo non sapere non è frustrante, ma profondamente rassicurante. Dopotutto, se le emozioni non sono altro che sensazioni e pensieri, ne consegue che niente di quello che proveremo nella vita, per quanto terribile, sarà mai altro che un insieme di pensieri e di sensazioni fisiche. E questo forse lo possiamo sopportare.

lunedì 25 maggio 2015

Sta a noi la capacità di affermare la nostra indisponibilità a una colonizzazione dell’affetto


Dice in un suo recente libro il giovane economista e filosofo francese Frédéric Lordon:

"Si può così affermare che la disponibilità a immettere soggettività (desiderio) nelle maglie del capitale vada ricondotta sempre più esattamente agli schemi dei modelli ri-produttivi connessi alla cooperazione sociale che vengono sfruttati dal capitalismo contemporaneo. Il neoliberismo riconosce che il valore sta in un investimento di desiderio, perciò lo stimola ma vuole al contempo controllarlo. Ed è così che oggi può essere meglio svelato l’inganno di un lavoro produttivo fintamente modellato sull’idea del «dono» e della «cura», la cui motivazione, in realtà, è assente poiché manca la possibilità di un rispecchiamento, denso di senso, negli «altri», mentre l’Io è continuamente sfidato da un regime di visibilità costante. Davvero è «desiderabile» tutto questo?

Alla fine, Lordon stesso pensa che ci sia modo di uscire da questo circuito, facendo leva sugli «scontenti»: «Quale sarà il principio strutturante del nuovo antagonismo? Ancora una volta gli affetti. Per la precisione l’urto tra i felici che non vogliono cambiare niente e gli scontenti che vogliono altro». Gli scontenti, e potremmo aggiungere i non-felici, i non-adattati, quelli che si mantengono capaci di «leggere» i propri desideri, ecco la nuova «classe pericolosa» che minaccia il capitale, fuori da ogni lineare ricomposizione di classe a cui ci ha abituati il passato. Sta a noi la capacità di affermare la nostra indisponibilità a una colonizzazione dell’affetto. Sta a noi inventare e investire su forme di riconoscimento inconoscibili al capitale. Sta a noi questa «piena riappropriazione della potenza» che continua a esistere anche nel regno del desiderio-padrone."

lunedì 20 aprile 2015

Scriabin: sinestesia di colori e suoni, emozioni

Nella seconda sinfonia si sovrappongono e scontrano e immergono l'uno all'altro, i suoni, i colori, le emozioni.

mercoledì 25 febbraio 2015

A Jakarta riprendono i corsi di consapevolezza emotiva

Sono ripresi a Jakarta i laboratori di consapevolezza emotiva per gli ex bambini di strada di KDM.

Grazie al lavoro volontario di musicisti, ballerine, psicologi, fotografe e altre persone, i bambini stanno beneficiando da Otonre 2013 dei corsi per aiutarli a imparare e gestire le forti emozioni che li vedono coinvolti.

Le vibrazioni delle emozioni