lunedì 30 dicembre 2013

Quel serissimo bisogno di giocare

Il gioco di fantasia è essenziale per un normale sviluppo sociale, emotivo e cognitivo, perché migliora l'adattamento sociale, stimola l'intelligenza e riduce lo stress. 

Di Melinda Wenner 


Il primo agosto 1966, il giorno in cui lo psichiatra Stuart Brown iniziò l'attività di assistente universitario al Baylor College of Medicine di Houston, il venticinquenne Charles Whitman salì in cima alla torre dell'Università del Texas nel campus di Austin e sparò su 46 persone. Whitman, studente di ingegneria, era un ex tiratore scelto dei marine e nessuno l'avrebbe immaginato capace di fare una strage. Dopo aver accettato di occuparsi del caso in veste di consulente dello Stato, Brown intervistò 26 detenuti condannati per omicidio in Texas e scoprì che la maggior parte dei killer, compreso Whitman, condividevano due caratteristiche: provenivano da famiglie in cui avevano subito abusi e da bambini non avevano mai giocato.

Brown non sapeva quale di questi due fattori fosse il più importante. Ma nei 42 anni trascorsi da allora ha intervistato circa 6000 persone, e i dati raccolti suggeriscono che l'assenza di gioco fantasioso e non strutturato durante l'infanzia può compromettere la felicità e l'adattamento sociale una volta che si diventa adulti. «Il gioco libero», come lo definiscono gli esperti, è fondamentale per l'acquisizione della competenza sociale, del controllo dello stress e per la costruzione di capacità cognitive come la risoluzione dei problemi. Ricerche condotte sul comportamento animale confermano i vantaggi del gioco e ne stabiliscono l'importanza evolutiva: in ultima analisi, il gioco è suscettibile di fornire agli animali (compreso l'uomo) abilità che saranno loro utili per sopravvivere e riprodursi.

Da www.lescienze.it

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