mercoledì 15 gennaio 2014

La musica emotiva dalla Fenice alle bidonville

http://video.ilsole24ore.com/TMNews/2014/20140113_video_13514246/00016957-la-musica-emotiva-di-sara-dal-teatro-la-fenice-alle-bidonville.php


http://www.allgemeine-zeitung.de/mediathek/videos/aktuelles/geigen-im-getto-von-der-oper-in-die-slums_3053625034001.htm



Jakarta (TMNews) - Dagli stucchi dorati dell'Opera di Venezia alla bidonville di Giacarta, in Indonesia. Il viaggio di Sara Michieletto, primo violino dell'orchestra del Teatro "La Fenice", attraversa il mondo e cavalca la musica come strumento per facilitare la consapevolezza emotiva."Voglio regalare la bellezza della musica alle persone che hanno meno opportunità - spiega l'artista - prima di cominciare a lavorare alla Fenice, nel 1996 sono andata in Mozambico ed è stato lì che ho cominciato a suonare la mia musica per aiutare le persone meno fortunate".Da anni Michieletto, grazie al progetto "The Strains of violin" da lei creato, suona soprattutto per bambini e donne che vivono in condizioni svantaggiate, nelle zone più povere del mondo affinché, attraverso le note del suo violino, possano tornare in contatto con le loro emozioni."Era molto difficile - spiega Sotar Sinagra, responsabile indonesiano del progetto - chiedere ai ragazzi di mostrare le proprie emozioni a causa della loro difficoltà a comunicare. Ma da quando Sara è qui sono capaci di esprimere ciò che sentono anche senza le parole"."Prima tutti noi non facevamo altro che litigare - ammette una giovane - adesso invece ascoltiamo la musica di Sara e siamo più tranquilli, studiamo anche di più".Il progetto di Sara Michieletto è diventato una vera e propria missione nel 2004 dopo un'esperienza della violinista nei territori palestinesi."Il mio sogno - conclude Sara - è coinvolgere in questo progetto anche altri artisti che possano suonare per i bambini in difficoltà, in tutto il mondo".(Immagini Afp)










venerdì 10 gennaio 2014

Emozioni, corpo e cultura

Espressioni come "ho il cuore spezzato" o "sento un brivido lungo la schiena" potrebbero avere un significato letterale, poiché le nostre emozioni si riflettono sul nostro corpo, e in aree ben specifiche a seconda dell'emozione. Lo ha dimostrato un gruppo di ricercatori finlandesi dell'Università di Tampere e della Aalto University, che sono riusciti addirittura a realizzare una mappa delle associazioni fra le parti del corpo e le emozioni collegate: scoprendo inoltre che la mappa è universale, ossia indipendente dalla cultura di appartenenza.

Numerosi studi hanno dimostrato che dal punto di vista biologico i meccanismi emozionali servono a preparare l'organismo ad affrontare le sfide incontrate nell'ambiente regolando l'attivazione differenziale del sistema nervoso cardiovascolare, muscolo-scheletrico, neuroendocrina, e autonomo. Secondo i principali modelli neuroscientifici, la presa di coscienza di questi stati emotivi sarebbe innescata proprio dalla percezione dei relativi stati corporei, in modo da permettere una risposta più adeguata  al problema posto dall'ambiente. 

Tuttavia, era ancora in dubbio se i cambiamenti corporei associati alle varie emozioni fossero sufficientemente specifici da spiegare le distinte sensazioni che le contraddistinguono. Inoltre, non era chiaro quale fosse la distribuzione topografica delle sensazioni fisiche legate alle diverse emozioni. 

Una mappa delle sensazioni fisiche associate alle emozioni
L'albero della "parentela" fra le diverse emozioni costruito sulla base della comunanza fra le aree attivate. (Cortesia L. Nummenmaa et al./PNAS)
A risolvere la questione è giunto ora lo studio condotto da Lauri Nummenmaa e colleghi – che firmano un articolo sui “Proceedings of the National Academy of Sciences” - nel quale hanno preso in esame 701 soggetti, in parte di cultura occidentale e in parte di cultura cinese, ai quali sono stati proposti racconti, filmati, espressioni facciali, parole emotivamente significative, chiedendo loro di indicare su due sagome di un corpo umano quali parti percepivano come più attivate e meno attivate del normale quando veniva loro presentato uno stimolo emotivo.

Le sensazioni agli arti superiori sono così risultate più importanti nelle emozioni orientate all'approccio (in senso positivo e negativo), come rabbia e felicità, mentre una sensazione di ridotta attività agli arti è una caratteristica distintiva della tristezza. Le sensazioni che coinvolgono il sistema digestivo e la regione della gola sono state trovate particolarmente marcate nel disgusto. A differenza di tutte le altre emozioni, che sono collegate a regioni specifiche, la felicità èinvece risultata associata a un miglioramento delle sensazioni in tutto il corpo.

Inoltre, le emozioni complesse (ansia, amore, depressione, disprezzo, orgoglio, vergogna, invidia) hanno mostrato una correlazione alle sensazioni corporee più debole rispetto alle cosiddette emozioni promarie (rabbia, paura, disgusto, felicità, tristezza e sorpresa), con l'eccezione di ansia e depressione, che mostravano una strettissima somiglianza con gli stati emotivi primari rispettivamente di paura e tristezza. 

Una mappa delle sensazioni fisiche associate alle emozioni
In giallo e rosso le aree percepite come più attive e in blu quelle percepite come meno attive mentre si sperimentano le diverse emozioni. (Cortesia L. Nummenmaa et al./PNAS)
Anche se alcune parti del corpo sono risultate quasi sempre coinvolte – in particolare la testa, quasi sempre più attivata del normale, sia pure in varia misura - dall'analisi complessiva delle risposte è apparso che alle diverse emozioni corrispondevano mappe corporee statisticamente ben distinguibili, che le aree coinvolte corrispondono bene ai più importanti cambiamenti fisiologici associati alle diverse emozioni, e che le mappe erano sostanzialmente la stesse sia nelle persone di cultura occidentale sia in quelle di cultura orientale.

Da www.lescienze.it